Nel 2022 il 60% delle imprese con dipendenti ha previsto assunzioni; ma, e il dato è in forte crescita, nel 41% dei casi la selezione si è rivelata più difficile del previsto, un valore in aumento di ben nove punti rispetto al 32% di difficoltà di reperimento registrato dalle imprese nel 2021. Questi i dati emersi dall’annuale rapporto Excelsior in cui emerge anche che in quasi due casi su tre non si trovano profili disponibili, semplicemente perché non ce ne sono molti sul mercato, mentre nel 33% è la preparazione richiesta a non essere adeguata.
I settori più in difficoltà nel reperimento di personale sono: commercio e riparazione dei veicoli (55% di difficoltà di reperimento delle risorse), industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (53%), industrie del legno e del mobile, costruzioni, servizi informativi, tutti e tre con percentuali intorno al 52 per cento. A essere i più ricercati, e al tempo stesso i più introvabili, sono gli operai e tecnici specializzati (55% di “mismatch”). Per costoro le aziende dichiarano di impiegare quasi cinque mesi prima di riuscire a trovare il candidato in possesso delle caratteristiche e delle competenze richieste
Il mercato del lavoro
Nel 2022 sono state programmate quasi 5,2 milioni di assunzioni, l’11% in più rispetto al 2021 (4,6 milioni di ingressi). La quota di assunzioni previste per i giovani è del 29%, in linea con il 28% del 2021. Ma anche qui il mismatch è elevatissimo, al 41%. Tra le professioni “intermedie” la domanda rivolta agli under30 è superiore al 40%. E la quota di “introvabili” oscilla tra il 30 e il 50% (dai camerieri ai cuochi, dagli addetti al back-office ai commessi). Tra gli acconciatori, solo per fare un esempio, quasi due terzi degli ingressi sono particolarmente difficili, e le imprese necessitano di oltre quattro mesi per trovare la risorsa giusta.
Il mismatch più elevato si registra nel Nord Est e nel Nord Ovest. Tra le lauree più ricercate nel 2022 ci sono quelle a indirizzo economico e di ingegneria. Tra i diplomi le richieste principali hanno riguardato soprattutto gli indirizzi della nostra istruzione tecnico-professionale, dall’amministrativo, al turistico, al meccanico. Tra le qualifiche sono molto ricercati gli indirizzi ristorazione, meccanico, edile.
“L’elevata difficoltà per le imprese di trovare le giuste professionalità da inserire in azienda, registrata nel 2022, è destinata a permanere se non si interverrà sul collegamento fra formazione e mondo imprenditoriale - ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete -. Di qui al 2026 stimiamo mancheranno 50mila laureati. Serve una alleanza più forte fra imprese e mondo della formazione che aiuti i nostri giovani ad intraprendere i percorsi più fruttuosi per il loro futuro”.