Secondo i dati del monitoraggio nazionale 2022, realizzato dall'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (Indire), su incarico del Ministero dell’Istruzione, l'80% dei diplomati ha trovato lavoro, entro un anno dal diploma, e di questi, oltre il 90% in un'area coerente con il proprio percorso di studi, nonostante le restrizioni e le difficoltà causate dalla pandemia. La restante percentuale comprende coloro che non hanno trovato lavoro, oppure che si sono iscritti a un percorso universitario, oppure ancora impegnati in tirocini extracurricolari. La rilevazione si è concentrata sull’analisi dei 260 percorsi oggetto di monitoraggio terminati nel 2020, erogati da 89 Fondazioni ITS su 103 già costituite nel 2018. Questo studio dimostra come le figure professionali che escono dagli ITS (Istituti Tecnici Superiori) siano diventate preziose e ricercate dalle aziende italiane.
I percorsi in settori tecnologici d’avanguardia erogati dagli ITS hanno una durata biennale e in alcuni casi triennale e fanno riferimento alle aree della Mobilità sostenibile, Efficienza energetica, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali, Tecnologie dell’informazione e comunicazione, Nuove tecnologie della vita e Nuove tecnologie per il Made in Italy, articolata a sua volta in sistema agro-alimentare, sistema meccanica, sistema moda, servizi alle imprese, sistema casa. L’area della Mobilità sostenibile e il Sistema meccanica sono le aree che registrano le performance migliori (85,7% e 84,7%).
“L’investimento che stiamo facendo sugli ITS attraverso il PNRR è strategico, non solo per le ragazze e i ragazzi, ma per l’intero Paese – dichiara il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi –. I dati dell’ultimo monitoraggio sugli Istituti Tecnici Superiori confermano l’alta qualità e l’efficacia di questo segmento formativo. Con 1,5 miliardi fino al 2026 puntiamo a rafforzare i percorsi, mantenendo la loro identità e il loro prezioso e specifico rapporto con i territori, e a renderli ancora più attrattivi per i giovani. Vogliamo creare una rete educativa nazionale, per rendere il sistema più solido e integrato, oltre che arricchire l’offerta, in linea con le esigenze del tessuto produttivo e con i nuovi campi dell’economia”.
Il PNRR stanzia 1,5 miliardi fino al 2026, che saranno utilizzati per rafforzare i percorsi, farli conoscere e renderli ancora più attrattivi.